Allattamento materno

Posted: 5 Novembre 2010

Madonna che allatta

Madonna che allatta

Partiamo da un presupposto scientifico indiscutibile: la nostra specie appartiene alla classe di vertebrati definita da Linneo col termine “Mammalia”, cioè mammifero.

Cito da Wikipedia:

“Nonostante tali differenze di dimensioni ed abitudini di vita, tutti i mammiferi sono accomunati da omeotermia, viviparità (ad eccezione dei Monotremi, che sono ovipari) e cure parentali che prevedono anche l’allattamento della prole…”

“I mammiferi sono gli unici animali ad allattare la propria prole almeno fino a quando questa non è in grado di nutrirsi di cibo solido in modo autonomo. Il latte è prodotto in apposite ghiandole dette ghiandole mammarie, organizzate negli euteri in mammelle, dalle quali prende il nome l’intera classe.”

Quindi noi siamo mammiferi perché allattiamo. Ma allora perchè la maggior parte delle donne che incontro non allatta o allatta per pochissimo tempo? Com’è che le mucche, le pecore, le balene, i koala, gli orsi… e tutti gli altri mammiferi allattano senza problemi, mentre l’uomo no? Come possono sopravvivere le altre specie della nostra classe senza la Nestlè e i biberon? Non è che con questa storia che noi siamo evoluti e superiori ci hanno fregati facendoci credere di non essere più ciò che siamo? Ere di evoluzione perdute in pochi decenni di disinformazione…

“L’allattamento materno risulta il modo ottimale per nutrire e accudire il figlio nel periodo iniziale di vita ed è una delle caratteristiche fondamentali di tutti i mammiferi, essere umano compreso, ereditata fin dal triassico (200 milioni di anni fa ndr) superiore. ..” (Wikipedia)

Parto dalla mia esperienza personale per parlare dell’allattamento. Ho frequentato un corso di accompagnamento al parto durante la mia prima gravidanza, un corso organizzato dalla ASL locale, gratuito, tenuto da un’ostetrica, Teresa, che è stata fondamentale nella mia formazione come mamma. Durante il corso ci ha spiegato esattamente questo: siamo mammiferi, quindi allattiamo. Tutte lo possiamo fare a meno di seri e rarissimi problemi.

Il latte prodotto dalla mamma non è mai troppo povero, troppo grasso, poco nutriente… è il latte giusto per suo figlio. Come quello della mucca è giusto per il vitello o quello di mamma canguro è giusto per il suo Joey. E si evolve, durante la poppata, durante il giorno, col passare dei mesi, per essere sempre quello di cui il nostro piccolo ha bisogno.

Come per tutte le cose un buon inizio è fondamentale. Il bambino non dovrebbe essere separato dalla madre alla nascita, il primo contatto pelle-a-pelle dovrebbe avvenire subito così come si dovrebbe attaccare al seno il bambino subito o almeno entro le prime due ore. E le poppate devono essere a richiesta… del bambino, non dell’infermiera della nursery… Per questo io ho scelto per i miei primi due parti un ospedale in cui si praticasse il rooming-in, i neonati, cioè, stanno in stanza con la mamma e non al nido, anche se ormai oggi quasi tutti gli ospedali danno libero accesso alle mamme al nido per l’allattamento. Il terzo parto è stato in casa, quindi il problema non si è posto!

Più o meno a 3 e 6 settimane e poi a 3 e 6 mesi si verificano quelli che vengono definiti “scatti di crescita”. In questi giorni il bambino si attacca continuamente al seno, sembra non essere mai sazio, di giorno come di notte… non c’è da spaventarsi, basta solo fare la cosa più naturale: continuare a rispondere al suo bisogno e attaccarlo ogni volta che vuole. In questo modo il suo aumentato fabbisogno di latte verrà soddisfatto da una maggiore produzione che lui stesso stimolerà attaccandosi più di frequente.

Perché l’allattamento funziona secondo il meccanismo della domanda e dell’offerta. Il latte si produce se c’è richiesta, più si attacca il bambino al seno maggiore sarà la produzione. Cedendo alle pressioni esterne (o alla stanchezza) e magari al consiglio di un pediatra un po’ frettoloso molti genitori decidono di dare l'”aggiunta”. Di latte artificiale, ovvio, e col biberon. Il piccolo si farà la sua mangiata e poi dormirà (miracolo!) per qualche ora di fila. E la produzione di latte calerà, inevitabilmente.

Non sarà una sola aggiunta a fare la differenza (a volte succede, ma normalmente no), però si innesca un meccanismo pericoloso. Se siete davvero convinte di voler continuare ad allattare non cedete… niente latte artificiale!

E nemmeno il ciuccio va bene, almeno nel primo mese (meglio se due) perché il bambino potrebbe confondersi con un sistema diverso di succhiare. Una volta che l’allattamento è ben avviato… bè, io per esperienza non riesco a vedere il ciuccio come un oggetto terrificante. L’ho sempre proposto ai miei figli (in auto, per esempio) e l’ho puntualmente buttato via verso l’anno perché mi dava fastidio vederlo gironzolare inutilizzato per casa. Si dice che il ciuccio interferisca con l’allattamento al seno… io sono dell’idea che l’allattamento al seno interferisca con il ciuccio (ad allattamento ben avviato, si intende)!

Con tutte queste informazioni a mia disposizione il mio allattamento è partito benissimo, è stata dura portarlo avanti perché ho avuto seri problemi di ragadi, ma ho tenuto duro. E ne è valsa la pena. Tabita è cresciuta col mio latte, senza aggiunte, senza acqua, senza null’altro per ben sei mesi. Crescendo il primo mese di 1,2 kg…

Perché io sì e altre mamme che hanno frequentato lo stesso corso no? La risposta sta nella nostra testa e nella società in cui viviamo. Io sono una tipa “dura”… non mi faccio facilmente condizionare, se sono convinta di una cosa la porto avanti e Teresa, con la sua logica naturale mi aveva convinta al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma non per tutte è facile non cedere alle pressioni del pediatra, o dell’amica o della zia o della rivista… chi ti dice di lasciar perdere perché lo vizi, perché il tuo latte è scarso, perché col biberon ti dorme tutta la notte, perché tanto prima o poi glielo devi togliere per tornare al lavoro… Nessuno che si faccia gli affari suoi e aiuti questa povera mamma che spesso cede e passa al comodo (ma anche qui c’è molto da ridire) biberon.

In più c’è il fattore socio-culturale. Quante donne che allattano si vedono in giro? Ben poche. L’allattamento viene visto come qualcosa da fare in disparte, in casa, in una saletta apposita. Chi lo fa in pubblico è un’esibizionista. Così capita che la mamma mentre allatta seduta al tavolo della pizzeria venga invitata a spostarsi in un angolo apposito per non ledere l’altrui sensibilità. E magari sullo schermo gigante danzano veline varie con le tette mezze fuori. Io allatto ovunque, comunque e senza vergognarmi. Perché mai dovrei nascondermi?

Non voglio colpevolizzare quelle donne che non sono riuscite a portare avanti l’allattamento oltre i primi giorni o i primi mesi. Perché ne conosco le oggettive difficoltà. Ci sono passata anch’io, con il primo e il terzo allattamento.

Quando allattavo la mia prima figlia le ragadi sono state una vera tortura… quando la piccola si attaccava io non riuscivo a respirare per il dolore… sono stata più volte tentata di concederemi una tregua dandole almeno un biberon, ma, per fortuna e grazie al sostegno di chi mi stava intorno (la mamma e mio marito, soprattutto), sono riuscita a resistere. Poi ho risolto con le coppette d’argento… dicono che non funzionano… mah!

La seconda volta  è successo quando è nata la mia terzogenita. In casa con l’aiuto di Paola la “mia” ostetrica. Il quarto giorno di vita, dopo che io avevo fatto la notte insonne perché la piccola piangeva sempre, l’abbiamo pesata e, invece di essere cresciuta o almeno di essersi fermata era calata ancora… Non andava bene. Inoltre aveva un po’ di ittero e questo peggiorava le cose perché provoca sonnolenza. Esaminata la situazione Paola mi ha detto che dovevo attaccarla di più, tenerla sveglia e controllare che ciucciasse sul serio… dall’alto della mia esperienza avevo dato per scontato l’allattamento e non mi ero resa conto che la piccola non stava mangiando abbastanza e si stava indebolendo. Latte artificiale? No. Glucosata? Nemmeno. Ho passato due giorni con lei praticamente incollata alla tetta, ho controllato che rimanesse sveglia e che tirasse e il terzo giorno la tendenza si era invertita e le cose erano già tornate in carreggiata.

Il sostegno credo che sia fondamentale. L’aiuto di qualcuno che ti dica che puoi farcela. E che magari ti faccia capire dove stai sbagliando fornendoti le giuste soluzioni. Un’amica che ha allattato, un’ostetrica, una consulente della Lega per l’allattamento.
Le informazioni che trovate in questo articolo provengono dalle mie esperienze personali, da quanto ho imparato al corso di accompagnamento al parto e dal sito della Leche League.

13 Comments

  • Doris 6 Novembre 2010 at 02:25

    Ciao Tiz. Bel post, bella la tua esperienza e brava per la forza che hai avuto nel tirare avanti convinta di dare il meglio ai tuoi figli… e visto la definizione di “mammiferi”…. Che possano essere d’aiuto le tue parole a tutte mamme o future mamme che si trovano spaesate sull’argomento e in confusione.. che siano spronate a fare la cosa più naturale, che seguano il loro cuore e che si facciano aiutare… E’ vero che molte non riescono a portare avanti l’allattamento per difficoltà, senza un serio aiuto (o con il nefasto aiuto dei vari “esperti”), ma ci sono, purtroppo, anche mamme che non vogliono allattare. E i motivi sono tristissimi, tutti volti a salvaguardare la propria figura di donna (il seno si rovina), l’indipendenza (col biberon si può parcheggiare il bebè dai nonni)… Ti assicuro, a me sembra incredibile, ma ho sentito dire queste cose da delle amiche(?) con una tale naturalezza….degne di essere protagoniste del post di Elena che ha fatto tanto discutere (e proposito: i tuoi commenti, molto accesi, ma coerenti)..ops, vado.. reclamano tetta.. spero almeno che mi venga sonno. notte.

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    • Tiz 6 Novembre 2010 at 04:08

      Lo so. Per molte donne allattare è un peso. Ma credo che sia un po’ un problema dell’immaginario collettivo, sempre lo strascico degli anni ’70, quando alle donne veniva detto che il latte artificiale era indubbiamente migliore di quello materno. In realtà, a mio parere, allattare rende libere, è decisamente più pratico e comodo. Un esempio: due settimane fa siamo stati all’Ikea, c’era una marea di gente e non volevamo fare la coda al ristorante. Così abbiamo preso un panino. Ma Febe è un po’ piccina per poterlo mangiare… nessun problema: fuori la tetta e il pranzo è servito!

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      • Doris 6 Novembre 2010 at 10:15

        Si infatti era proprio così.. addirittura in certi paesi (non so se qui in Italia) alle donne veniva fatta una puntura dopo il parto per far perdere loro il latte… (a vantaggio di chi..?) Per fortuna ad oggi la tendenza è completamente diversa e tantissime mamme scelgono la cosa più giusta e anche tantissimi ospedali e strutture. Io ho scelto di partorire Zoe a Mestre… li consigliano l’allattamento anche oltre i due anni… e poi è vero: tirar fuori la tetta è comodissimo…. e oltre tutti gli aspetti più sani e naturali per i propri cuccioli, anche economico..
        ciao.

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  • angie_svat 6 Novembre 2010 at 12:50

    purtoppo a causa del cesareo d’urgenza e di un paio d’ore di ventilazione forzata ho potuto vedere e attaccare il mio piccolo solo dopo 24 ore dal parto, poi tra la mia gestosi post-parto e il suo ittero incoercibile (72 ore di lampada non son poche) il rooming-in è stato relativo.
    in più aveva delle aggiunte per paura di ipoglicemie.
    ciononostante l’allattamento è stato subito naturale e senza problemi e la produzione altissima.
    ora a 3 mesi e mezzo la pediatra ha annunciato che fra un mesetto potremmo iniziare con la frutta… ma come? e aspettare i 6 mesi come dice la WHO? e l’autosvezzamento? e il riflesso di protrusione?
    pensavo gli intoppi fossero finiti ed invece è un continuo

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    • Tiz 6 Novembre 2010 at 15:02

      Perché dici così, Angie? Non sei obbligata a fare quello che ti dice la pediatra. Anche il mio mi aveva dato la scaletta per lo svezzamento, ma io, già con Tabita, gli avevo comunicato che avrei aspettato fino ai 6 mesi, proprio come dice l’OMS… Ho trovato una persona (per fortuna) molto diversa dalla maggioranza dei pediatri, convinti di essere loro responsabili dei loro piccoli pazienti. In realtà la responsabilità è dei genitori e quindi siete voi a decidere i tempi e i metodi con cui crescere vostro figlio. Se la pediatra è di quelle che non ammettono che le loro indicazioni non vengano seguite alla lettera… cambiala! Raramente trovi pediatri favorevoli all’autosvezzamento; al mio ho chiesto un parere e lui ha ammesso che la teoria è ottima… però continua a “prescrivere” pappe e simili. Per fortuna, come ho detto prima, lascia anche molta libertà di scelta e non fa terrorismo ai genitori che, come me, seguono altre indicazioni.
      Lo svezzamento “precoce” con la frutta al 4° mese può andare bene per i bambini allattati con il latte artificiale, ma per chi allatta al seno il latte dovbrebbe restare l’alimento principale fino all’anno di vita del bambino. E, appunto, non lo dico io, ma l’OMS.
      Mi dispiace per come è iniziata la tua storia di mamma e ti rigrazio per averla raccontata. Credo che la tua testimonianza sia la prova pratica del nostro essere mammiferi… pur senza quelle che vengono definite condizioni ideali per un buon avvio dell’allattamento sei riuscita ad allattare!

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  • Irene 21 Gennaio 2011 at 10:19

    Questo post andrebbe stampato e consegnato a tutte le mamme che hanno appena partorito. Le difficoltà sono proprio quelle che descrivi e se una donna vuole allattare deve essere davvero motivata e “tosta”. Molto poca gente aiuta una mamma a tenere duro e tutti ti propongono di passare al latte artificiale. Io ci sono passata con la prima figlia (che ho allattato solo per 3 mesi). Con il secondo ho messo il capo avanti e non ho ascoltato nessuno e l’ho allattato quanto volevo. Adesso che mi è nata la terza piccola da 20 giorni sono alle prese con il calo del latte (o il suo aumentato fabbisogno..) e devo tenere duro. E’ difficile, ma devo farcela. Grazie per l’incoraggiamento che mi ha dato questo post.

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    • Tiz 22 Gennaio 2011 at 01:04

      Congratulazioni Irene! Pensavo fossi al primo figlio… chissà perché! Sono contenta che il mio articolo ti sia stato di aiuto… credo che internet possa servire (anche) a coprire quei buchi nel tessuto sociale che si stanno creando in questi tempi, in cui non sai nemmeno come si chiama il tuo vicino di pianerottolo… Mutuo aiuto tra mamme…
      A presto

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  • Io allatto alla luce del sole » My Mei Tai 24 Gennaio 2011 at 15:47

    […] ad agitarsi e lei ha capito che quello di cui aveva bisogno era di attaccarsi al seno Lisa ha fatto la cosa più naturale del mondo: gliel’ha […]

    Reply
  • Schieramenti » My Mei Tai 28 Settembre 2011 at 21:59

    […] la Bortolotti, a 7 mesi un bambino dovrebbe avere appena inizato lo svezzamento mantenendo il latte materno come alimento complementare (indicazioni OMS/UNICEF). Il secondo riguardava la paura di un bambino […]

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  • ivana 23 Febbraio 2012 at 16:40

    ciao, volevo lasciare una riflessione…
    mi chiamo ivana il mio terzo bimbo lo allatto ancora adesso anche se ha 2 anni e 4 mesi mangia di tutto ma le sue tette non gliele tocca nessuno…
    per molti è eccessivo per altri menefreghismo -mio- il fatto è che il primo è nato al 6 mese e il secondo al 7 e tiravo il latte perchè anche solo 0,5 ml erano preziosissimi per loro… e poi lo stress lo ha fatto andar via. Ancora adesso mentre sono ferma in mezzo alla corsia di un super con simone che ciuccia beato mi guardano male… e non solo perchè è grandino … ma da sempre! non so però quella donnina biotta in mezzo alla strada su un cartellone pubblicitario alto 20 mt x 20 mt non dice niente nessuno….

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  • Quanto ci piace il massaggio al pancino! » My Mei Tai 12 Luglio 2012 at 01:37

    […] che incubo siano state queste cose quando Tabita era appena nata. Eppure dicevano tutti che l’allattamento al seno non causava nulla di tutto ciò… Invece ci siamo trovati a dover gestire una bimba […]

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  • Cristina 13 Novembre 2014 at 13:42

    Sono passati alcuni anni da quando hai pubblicato questo post, ma io ho scoperto il tuo blog oggi. Complimenti, mi piacciono molto i vari articoli ma questo rispecchia esattamente quello che ho sempre pensato allattando la mia bambina.
    Non aggiungo altro, hai scritto benissimo tutto quello che c’era da dire. Vorrei che tutte le future mamme potessero leggerlo… e magari anche le nonne, zie, cugine, amiche che spesso combinano danni consigliando male o criticando i nostri sforzi.
    Grazie, tornerò spesso a leggerti!

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    • Tiz 14 Novembre 2014 at 22:28

      Grazie mille per avermi lasciato il tuo pensiero! Mi fa piacere sapere che i miei articoli, per quanto vecchi, vengono ancora letti e apprezzati! Per fortuna ce ne sono sempre di più in rete su questo tema e credo che questo sia di aiuto per le neomamme. Felice vita!

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